Valentina Orlando ha realizzato l’opera Questioni Decostruttive installata all’Hotel Fortuna «teste in mutazione e motivi vegetali si materializzano sul foglio in una serie di disegni precisi e suggestivi» come si legge sul catalogo curato da Michela Morelli.
- Come ti sei rapportato col site-specific ovvero con uno spazio già caratterizzato e comunque non adibito specificatamente all’esposizione?
All’inizio è stato complesso trovare la soluzione più adatta al luogo. La decisione finale è stata ritagliare degli angoli di spazio, in cui ho inserito il lavoro come un qualcosa che si infila nelle fessure, senza troppo rumore.
- Come ti sei rapportato con una committenza?
La committenza per me è stata il fatto che mi trovavo a modificare uno spazio che non nasce come espositivo. Il proprietario non ha avuto nessuna richiesta particolare riguardo al lavoro; quindi potrei rispondere come sopra!
- Raccontaci la tua opera, come è nata? Come è stata concepita?
Il lavoro è una parte di una costante ricerca, di un costante tentativo, che è quello di “scritturare” la vita, o l’umanità. Potrei forse dire che si tratta quasi di una pseudografia del movimento del pensiero, o del pensiero che vuole disfarsi di se stesso. Nel caso di “Questioni decostruttive”, posso nominarlo, ma non conoscere le motivazioni del suo formarsi.
- Pensi che questa esperienza ti abbia accresciuto come artista? Se si in che modo?
Penso che ogni situazione può far riflettere sul proprio lavoro; qu indi si credo sia stata un’esperienza utile.
Vita Funicelli